64a Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra

103a GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO
13 Gennaio 2017
Quaresima 2017
7 Marzo 2017
Nel mondo ogni due minuti una persona è colpita dalla lebbra La Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra (GML), si svolge ininterrottamente dal 1954, per volontà di Raoul Follereau per mobilitare le coscienze e gli aiuti per sconfiggere la lebbra nel mondo. Ancora oggi ogni 2 minuti una persona è colpita dalla lebbra nel mondo. È fondamentale agire con urgenza per evitare che la malattia progredisca e provochi danni irreparabili che portano alla disabilità. I più a rischio sono i bambini: purtroppo le statistiche ci dicono che negli ultimi anni il rallentamento dell’attenzione verso questa antica malattia porta a diagnosi tardive che si riflettono in primo luogo sui bambini. Raoul Follereau, giornalista francese (Nevers 1903- Parigi 1977), ha ispirato l’AIFO (Associazione Italiana Amici di R. Follereau) e molte altre associazioni, soprattutto in Europa e Africa, che si adoperano per promuovere progetti di cooperazione e solidarietà in favore delle persone colpite da questa malattia. La sua figura è ancora oggi fortemente attuale; infatti ebbe sempre l’accortezza di non parlare solo della malattia in sé, ma delle “lebbre”, quindi dell’ingiustizia, della povertà, della distribuzione diseguale delle ricchezze. Raoul Follereau nel 1936 viene inviato dal suo giornale in Africa dove incontra per la prima volta i malati di lebbra. Scopre, attraverso di loro, il mondo della povertà e del pregiudizio sociale nei confronti della lebbra che condanna i malati alla solitudine e all’emarginazione. Da quel momento dedica la sua vita alla lotta contro la lebbra e contro tutte “le lebbre”. Compie 32 volte il giro del mondo, lavorando instancabilmente per migliorare la qualità della vita delle persone colpite dalla malattia. Raoul Follereau ci insegna ancora oggi che “amare è vivere”, che “amare non è donare ma condividere”, che amare è agire; alimenta la forza e la passione del nostro amore politico nonviolento, della nostra lotta, anche personale, contro le “lebbre” dell’indifferenza e dell’egoismo.